DOCUMENTO PROGRAMMATICO MGSI – MANIFESTO

 

1. ABOLIZIONE DELLA PESCA DI PROFESSIONE IN ACQUE INTERNE

L’attività di pesca professionale in acque interne ha avuto una sua evoluzione nel tempo, in quanto si è assistito al mutamento di questa da attività di mera cattura a quella di impresa produttiva, con le conseguenti ripercussioni di impatto biologico-ambientale.
Attività che dal 2010 ha chiamato in Italia numerosi pescatori professionisti dall’estero che sfruttando leggi non adeguate e obsolete, hanno depauperato il patrimonio ittico.

2. TUTELA DELLE SPECIE ALLOCTONE NELLE AREE OVE NON SIA POSSIBILE UN RIPRISTINO DELLA BIODIVERSITA’’ ITTICA ORIGINARIA

Esistono vastissime aree e biotipi dove l’alterazione dell’habitat acquatico e la pessima qualità ecologica dei siti impedisce la proliferazione di specie ittiche poco resistenti e di difficile adattamento alle mutate avverse condizioni. Questo ha favorito l’acclimatamento delle specie alloctone, le uniche attualmente in grado di popolare dette aree.
Lo spreco di denaro pubblico, di risorse comuni e di divieti inutili quanto pretestuosi tesi a ripristinare la biodiversità originaria è lo specchio della fame di denaro di Amministrazioni e tecnici mercenari.
Tali progetti utopici hanno favorito il degrado delle acque, come i vari contenimenti delle specie alloctone in acque già vessate dal bracconaggio.
Istituzione di una nuova categoria di classificazione delle acque, la categoria D: acque di interesse sportivo per la pesca degli alloctoni, con una normativa specifica per essi.

3. FAVORIRE IL RILASCIO DI GESTIONI O CONCESSIONI PER OTTENERE TRATTI DELLE ACQUE PUBBLICHE DESTINATE ALLA PRATICA DELLA PESCA SPORTIVA

Favorire il controllo del territorio richiedendo la gestione o la concessione di tratti di corsi d’acqua, dove realizzare attività collegate alla pesca sportiva: percorsi formativi, stage di pesca, ritrovi ecc ecc.

4. RILASCIO DELLA LICENZA DI PESCA IN ACQUE INTERNE, DIETRO ESAME, ED INNALZAMENTO ED EQUIPARAZIONE ALLE MEDIE EUROPEE, DELLE LICENZE DI PESCA AI CITTADINI STRANIERI

Non è accettabile svendere il nostro patrimonio ecologico a pochi euro, attraverso una politica di apertura fallimentare e di regalia dei nostri beni ecologici, fenomeno che non genera un turismo di qualità, ma legittima
solo orde di finti turisti residenti comunitari ed extracomunitari che oltre a non generare indotto indiretto, per orientamento culturale, depredano e devastano la fauna ittica.
Pertanto solo chi, come nella caccia, dimostra di conoscere specie, norme e procedure attraverso un esame, può interagire con la fauna ittica viva, per i restanti l’alternativa sono le acque private a pagamento, gestite al di
fuori del contesto ecologico, non in collegamento biotico e abiotico con le acque pubbliche e definite più comunemente “laghi di pesca sportiva a pagamento”.

5. INASPRIMENTO DELLE SANZIONI DI CUI ALL’ ARTICOLO 192 D.L.gs. n. 152/06, SE COMMESSO SULLE SPONDE DI UN ECOSISTEMA ACQUATICO E RESPONSABILITA’’ DIRETTA DELL’ENTE TERRITORIALMENTE COMPETENTE, SE IL REATO SI COMPIE PER ASSENZA DI VIGILANZA O REALIZZATO DA IGNOTI

L’abbandono dei rifiuti rappresenta una delle peggiori manifestazioni di disprezzo ecologico e di maleducazione ambientale, aspetto che va necessariamente contenuto attraverso pesanti ed esemplari sanzioni. Gli Enti territoriali devono essere sensibilizzati, al pari dei cittadini, attraverso l’attribuzione di responsabilità dirette.
Se lo stato di degrado delle sponde di un sito è causato dall’’omessa vigilanza o dall’’assenza di presidi di raccolta o di una mancata attività d’informazione, vi deve essere una responsabilità diretta e solidale dell’Ente territoriale, per evitare che una volta sporcato, le attribuzioni di responsabilità non vengano disperse e l’inquinamento si accumuli.

6. DIVIETO DI TRASPORTO, STABULAZIONE, COMMERCIALIZZAZIONE, CESSIONE A QUALSIASI TITOLO O CONSERVAZIONE IN AREE PRIVATE, DI PESCE VIVO, DA PARTE DI PRIVATI, CONSORZI O ASSOCIAZIONI, SE NON ESPRESSAMENTE AUTORIZZATI DALL’’ORGANO DI SANITA’’ VETERINARIA E AMMINISTRATIVO, COMPETENTE PER TERRITORIO

L’attività di trasporto, detenzione e commercio di materiale ittico in vivo per finalità commerciali è amministrato da norme ben definite rappresentate in maggior parte da Decreti con cui l’Italia ha recepito Direttive Comunitarie, ciò in virtù, funzione e integrazione di altre norme nazionali incidenti su questa attività, mentre e farraginosa e di difficile interpretazione la stessa attività di trasporto realizzata da privati.
In questa sacca d’ombra si nascondono e lucrano chi rifornisce di pesce le strutture private di pesca sportiva.
Il divieto assoluto di trasporto in vivo, unitamente al divieto di pesca professionale e stabulazione è garanzia di contrasto ai drammatici fenomeni di impoverimento degli ecosistemi acquatici, come la transfaunazione di pesce selvatico verso strutture private o usi privati.

7. INASPRIMENTO DELLE SANZIONI SUL BRACCONAGGIO/PESCA ILLECITA, ESTESA ANCHE ALLA DETENZIONE DEL PESCATO MORTO, ANCHE IN AREE COMMERCIALI AUTORIZZATE, ED EQUIPARAZIONE AL FURTO AI DANNI DELLO STATO, APRENDO SEMPRE CONTESTUALE PROCEDIMENTO PENALE E RELATIVO RISARCIMENTO ECONOMICO, PER DANNO AMBIENTALE

Il furto sistematico o estemporaneo di risorse e di futuro che ha come oggetto la fauna ittica è un danno che colpisce l’intera comunità, privandolo di un bene insostituibile.
Il reato di furto aggravato di fauna ai danni del patrimonio indisponibile dello Stato è ancora oggi applicabile nel regime della legge n. 157 del 1992, ma solo con riferimento al caso in cui l’apprensione o il semplice abbattimento della fauna sia opera di persona non munita di licenza di caccia.
Tale concetto deve necessariamente essere esteso anche alla pesca di frodo, alla violazione dei regolamenti e alle azioni che cagionano la morte di fauna ittica al di fuori dei regolamenti previsti.
Non è accettabile che oggi, ammesso che esista una vigilanza efficiente, la cosa venga sanzionata con poche decine di euro (qualche centinaio nei casi definiti più gravi).
Oltre al reato di furto deve contestualmente essere aperto un procedimento penale che porti anche ad una condanna di risarcimento economico a ripristino degli esemplari abbattuti.

8. ORGANIZZAZIONE DI EVENTI PER AVVICINARE BAMBINI, GIOVANI E FAMIGLIE ALLA PESCA SPORTIVA.

Ogni anno il Movimento Gruppo Siluro si impegnerà a organizzare eventi che avvicinino le attuali e future generazioni alla pesca sportiva, organizzando ritrovi sul fiume come: scuole di pesca, progetti e stage.