Qualsiasi imbarcazione in nostro possesso necessita ovviamente di una propulsione, che sia essa un piccolo tender per portare fuori le esche, o una grossa imbarcazione per affrontare il Grande Fiume. Sul mercato possiamo trovare soluzioni adatte ad ogni tipo di imbarcazione, da scegliere oculatamente ed in base alle nostre esigenze ed in particolar modo in base al nostro natante e alla sua portata massima. Le due macro categorie che troviamo sono motori elettrici e motori a scoppio.
MOTORE ELETTRICO
Il motore elettrico rappresenta attualmente il sistema di propulsione più diffuso. Questo perché il suo campo di utilizzo spazia dalla propulsione di tender o piccole barche in vetroresina e alluminio, fino al solo utilizzo per correzione delle derive o avvicinamento quando montato su grossi natanti, in cui la vera e propria propulsione è affidata a motori a scoppio.
Il mercato offre ora un’incredibile varietà di motori elettrici, sia per quello che riguarda la potenza, sia per l’aspetto economico, sia per il tipo di posizionamento a bordo dell’imbarcazione (se a prua o a poppa), sia per le differenze costruttive (con il gambo in acciaio o in ABS e lunghezza dello stesso).
La scelta avviene ovviamente in base al nostro natante ed esigenze:
– Tender o piccola imbarcazione (2,00-2,60m): se lo scopo è il portare fuori le nostre esche dove la corrente lo permette, sono sufficienti motori da 28 o 34 libbre, che rappresentano un giusto compromesso di leggerezza, lunghezza del gambo rispetto al natante, trasportabilità e consumo di energia
– Imbarcazioni medie (3,20-3,7m): se l’obbiettivo è quello di svolgere pesche di ricerca in canali o fiumi a corrente lenta e come unico mezzo di propulsione scegliamo l’elettrico, è necessario fornirsi di motori con una potenza attorno alle 44 o 54 libbre, che ci garantiscono la possibilità di spostarci per lunghi tratti in breve tempo o anche di vincere le correnti di piccoli fiumi a scorrimento lento
– Imbarcazioni grandi (dai 4,20m a salire): l’elettrico in imbarcazioni simili non ha più lo scopo di propulsione principale (che viene ricoperta da un motore a scoppio), ma serve per piccole correzioni della posizione durante le derive o per avvicinarsi silenziosamente a zone limitrofi. Motori da 44 o 54 libbre sono necessari per riuscire a spostare rapidamente imbarcazioni di peso notevole, aiutati dalla lunghezza del gambo , che in questi modelli è più lungo e permette di raggiungere l’acqua all’elica anche in caso di sponde alte del natante. Si possono scegliere sia modelli da montare a poppa sia modelli da prua (è necessario avere l’imbarcazione dotata di pontone di prua. Quest’ultimi trovandosi lontani dal pescatore sono controllati da pedaliere apposite o da telecomandi wireless
L’alimentazione dei motori elettrici è ovviamente rappresentata da batterie elettriche. Le classiche batterie da auto a 12V sono consone all’uso, ma le più adatte al nostro scopo sono quelle da trazione, che a differenza di quelle da auto create per dare maggiore corrente allo spunto, erogano corrente in modo costante, favorendo la durata. Le batterie sono commercializzate in base agli Ampere: più alto è il loro numero, più è lunga la durata. La scelta è da fare in base al nostro utilizzo. Con piccoli motori destinati al portare fuori le nostre esche bastano batterie da 50 Ampere, che garantiscono poco peso ed ingombro (sia per il trasporto in auto e nel trasbordo sullo spot, che per lo spazio che occupano sul natante). Per pesche di ricerca su natanti di maggiori dimensioni è bene invece aumentare la capacità delle batterie anche fino a 100/120A, visto che l’utilizzo può essere molto più prolungato e la massa da spostare è superiore (senza contare che i motori elettrici più potenti, consumano di più).
Al termine della sessione di pesca, le batterie devono essere necessariamente ricaricate tramite appositi caricabatterie che permettono cicli di ricarica e mantenimento.
MOTORE A SCOPPIO
Fondamentale nelle grosse imbarcazioni e valida alternativa nelle piccole in caso di lunghi tragitti o correnti moderate.
Dedicandoci alla categoria di motori a scoppio da noi utilizzata, i fuoribordo (chiamati così perché collocati all’esterno dello scafo espletando anche la funzione di timone), il mercato offre tantissimi modelli con potenze variabili ed accessori che ne semplificano l’uso. Se il nuovo è rappresentato dai motori a quattro tempi alimentati a benzina verde (silenziosi e dai consumi bassissimi, ma molto pesanti difficilmente riparabili in caso di guasti durante la battuta di pesca a causa dell’elettronica contenuta in essi), l’usato propone ancora i vecchi modelli due tempi alimentati a miscela (rumorosi, dagli alti consumi, leggeri e di facile riparazione in caso di piccoli guasti in qualsiasi momento grazie alla presenza di poca elettronica e di pochi elementi a cui si può risalire per il malfunzionamento).
Piccoli motori da 4 o 6 cv possono essere utilizzati su piccoli tender o imbarcazioni per vincere la corrente del fiume in caso di pesca di ricerca , tragitti per trasbordo attrezzatura o semplicemente per portare fuori le esche. Sul mercato esistono anche le varianti con il serbatoio interno, che ci permettono di evitare l’ingombro di quello asportabile all’interno dello scafo.
Crescendo con le dimensioni degli scafi cresce ovviamente la necessità di un motore più potente che ci permetta di navigare con sicurezza anche in caso di condizioni del fiume avverse, vento o elevato carico della barca. La scelta è da fare riferendosi comunque ai dati di targa dell’imbarcazione, che riportano la massima potenza del motore che lo specchio di poppa è in grado di supportare.
Ecco che generalmente imbarcazioni in alluminio di 3,70m possono portare al massimo dei 10-15 cavalli, così come natanti in vetroresina da 4,20/4,60 metri al massimo un 30 cavalli, ecc.
Le massime prestazioni si ottengono regolando l’assetto del motore stesso, ovvero regolando il piede del motore in modo che esso formi un angolo di 90° con la linea di galleggiamento: se il piede e inclinato verso l’alto lo scafo solleva troppo la prua; se inclinato verso i basso la prua tende ad immergersi. Questa regolazione si effettua regolando manualmente la posizione di un apposito fermo su punti prestabiliti o agendo sul trim elettrico dei motori che possiedono questo optional (che permette inoltre di alzare completamente fuori dall’acqua il motore senza fatica, essenziale nei pesanti motori quattro tempi di potenza elevata).
Altra caratteristica che determina la scelta del motore è il tipo di timoneria, ovvero se la barca ha una pilotina di guida con volante o se la guida è a barra. La necessità di uno o l’altro è rappresentata dallo spazio ed ingombro che si vuole mantenere all’interno dell’imbarcazione.
La guida con volante risulta meno stressante e più facile, abbinata all’utilizzo di una timoneria che può essere di tipo vecchio (composta da due leve, una per la selezione della marcia avanti ed indietro ed una per dare gas) o di nuova generazione (composto da un unica leva, che può essere spostata in avanti ed indietro, e a seconda di questa selezione, innesta sia la marcia e da in contemporanea il gas nelle due direzioni. Una bottone rosso posto sotto il pomello della leva non permette il passaggio da una marcia all’altra se non è premuto con forza). Di norma questo tipo di timoneria è provvisto di chiave d’accensione e cordino di sicurezza, che va agganciato ai pantaloni del guidatore, che in caso di caduta fuoribordo, sganciandosi dalla timoneria, provoca l’arresto immediato del motore.
Di contro si ha l’obbligo di montare una console più o meno grande all’interno dello scafo, che occupa prezioso spazio (che in una barca non è mai abbastanza). La presenza della console di guida non sempre è tuttavia da ritenere negativa. Al suo interno infatti può trovare accomodamento la batteria di accensione del motore, la batteria dell’ecoscandaglio, piccoli oggetti al riparo dall’acqua. Inoltre sulla console è possibile fissare l’ecoscandaglio e il faro notturno.
Chi preferisce lo spazio interno allo scafo evitando di montare la console a scapito della comodità di guida opta per i motori a guida a barra, chiamati così in quanto provvisti di una barra che permette di ruotare il motore nella direzione richiesta e dotata di acceleratore/deceleratore.
Importante anche la scelta dell’elica: su scafi leggeri e carena piana vengono utilizzate eliche di piccolo diametro e passo più lungo (più velocità) mentre su scafi più pesanti l’elica utile sarà sempre di diametro maggiore e/o passo più corto (più spinta). Un passo d’elica inadatto, tra l’altro, può far insorgere il fenomeno della cavitazione, il ben noto inconveniente che si verifica, in particolare, quando l’elica oltrepassa i previsti regimi di rotazione, originando cavità e vortici, con conseguente imballo del motore, vibrazioni e perdita di velocità; inconveniente che, peraltro, si palesa quando l’elica e danneggiata (e squilibrata), quando si hanno condizioni di scarsa immersione dell’elica stessa, causa mare mosso, o quando, nelle rapide virate, tendono ad emergere la pala del timone o il piede del fuoribordo.
L’alimentazione dei motori a scoppio è diversa a seconda della categoria. I motori a due tempi necessitano di benzina verde unita ad olio per motori al 2%. Alcuni motori come gli Yamaha Autolube miscelano automaticamente benzina ed olio, riempendo i serbatoi dedicati. I motori a quattro tempi funzionano invece con la sola benzina verde.
La benzina è riposta in appositi serbatoi (se ne trovano di diversa capacità e forma) collegati tramite tubo e pompa di aspirazione manuale al motore. Utili quelli dotati di indicatore di livelli, per sapere in qualsiasi momento la quantità di benzina residua nel serbatoio.
Irregolarità, avarie e modo di porvi rimedio (motori 2 tempi):
Se il motore non funziona o funziona irregolarmente, prima di tutto si verifichino l’afflusso di carburante e l’accensione. Se la miscela giunge al carburatore, si tolga la candela appoggiandone la base sul blocco motore; tirando leggermente il cavetto d’avviamento e possibile controllare che la scintilla scocchi regolarmente. Se la carburazione e l’accensione sono a posto controllare la seguente tabella:
Il motore non parte o perde colpi:
– Serbatoio vuoto, rubinetto o foro sfiatatoio del serbatoio otturati, batteria scarica, presenza d’acqua nel carburante
– carburatore sporco: scoperchiare la vaschetta, ripulirla e soffiare sugli spruzzatori
– carburatore ingolfato: chiudere il carburante e insistere; pulire o sostituire le candele
– calotta spinterogeno o bobina, umide o bagnate: asciugare con un panno o carta soffice assorbente o pelle di daino
– punte magnete non registrate o sporche: ripulire o registrare
Il motore batte dopo un certo tempo che funziona:
– Può essere dovuto all’accensione troppo anticipata. In questo caso occorre rettificare la posizione della leva di anticipo; oppure ad accensione spontanea, per eccessivo riscaldamento del motore, a causa di: presa d’acqua di circolazione chiusa; acqua nel serbatoio eccessivamente calda; pompa di circolazione che non funziona regolarmente; tubazione dell’acqua ostruita.
Rotture:
a) della cordicella d’avviamento : fare un nodo alla cordicella residua ed inserirla nella puleggia d’emergenza;
b) della spina dell’elica del fuoribordo: staccare il cavo di accensione, togliere la copiglia che blocca l’ogiva e svitare quindi l’ogiva stessa. Si proceda poi alla sostituzione dello spinotto.