I conti in tasca agli altri…  

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Foto 1 appartamento extralusso di un wallercamp  

Foto 2-3 pescatori tedeschi sul Po, contate il numero di canne!  

Foto 4 pontile di un wallercamp, contate il numero di barche  

Foto 5 Mequinenza come era  

Foto 6-7-8 Mequinenza come è  

In un articolo precedente uscito su questa rivista avevo scritto di come il fiume Po fosse ormai completamente lottizzato fra pescatori che hanno fatto della pesca un vero business illegale.

Acque predate da bracconieri che pescano e rivendono il pesce senza nessun controllo sanitario, e acque gestite da guide di pesca le quali profumatamente pagate dai clienti fanno circolare nelle loro tasche “fior fior” di quattrini senza nessun controllo fiscale.

Entrambe i fenomeni hanno una caratteristica comune, sono gestiti quasi totalmente da stranieri.  

La cifra che finisce  in tasca ai bracconieri è stimata fra i 4  e i 5 milioni di euro all’anno (fonte Il Sole 24 ore),mentre quella delle guide di pesca è…..ora ci arriviamo insieme.  

Dal 1996 sul Po sono comparsi tanti “campi di pesca al siluro”  denominati “wallercamp”, che da qualche tempo si sono aperti anche alla pesca della carpa, i così detti “karpfencamp”.

La figura della guida di pesca nel nostro paese non viene riconosciuta tale, quindi percepire un compenso per portare in barca della gente e farli pescare non è fiscalmente tassabile, ma dopo i primi “pionieri” che si sono accasati sugli argini del fiume e nessuno è andato a dirgli niente ne sono arrivati altri e altri fino ad arrivare a tutt’ora a 17 campi di pesca (principalmente tedeschi e austriaci).  

Ma quanto guadagna un gestore di un “wallercamp” sul Po?  

Sono andato su internet e ho stampato tutti i listini prezzi di tutti e i 17 “wallercamp”, visto che ognuno di loro ha un sito internet pieno di foto e di informazioni per ingolosire i possibili clienti.

Sono partito dall’immaginare la classica coppia di amici che decide di partire dalla Germania per farsi una settimana di pesca insieme.

Il costo del noleggio di una barca da pesca per una settimana oscilla fra campo e campo dalle 400 euro fino a 590 euro, escluso ovviamente il carburante che pagheranno 1,50 euro al litro come prezzo forfettario.

Consideriamo per adesso solo il prezzo più basso di 400 euro di noleggio a coppia e moltiplichiamolo per il flusso medio di gente che settimanalmente passa da un “wallercamp”, cioè 10 persone (in realtà sarebbero fra le 15 e le 30 persone, ma ho scelto 10 per semplificare ancor di più il calcolo).  

Calcolatrice alla mano, via con i conti:  

-  400 euro diviso 2= 200 euro che è il prezzo che paga un pescatore;  

-200 euro x 10 persone =  2000 euro che è quello che guadagna una guida di pesca solo per il noleggio di barca e un alloggio in una settimana;  

-2000 x 4 settimane = 8000 euro, che a sua volta moltiplico per gli 8 mesi (che è il periodo in cui generalmente restano aperte queste strutture),  il risultato finale è: 64.000 euro.  

Nel caso abbiate bisogno di un’altra barca come appoggio, pagate 500 euro per una motorizzata 25 cv e il prezzo sale a 600 per una con un 40 cv, poi se volete pure l’ombra in barca ne pagate altri 35 per avere i supporti dove fissare la tenda.  

L’ecoscandaglio è a parte e sono altri 35 euro, e altri 80 euro li lasciate se volete la borsa con dentro le montature per la pesca del siluro….le canne sono a parte ovviamente e sono altri 35 euro.  

Nel caso arriviate con la vostra barca per posarla in acqua sono 25 euro e per lasciarla ormeggiata al pontile (quasi certamente abusivo) sono altri 10 euro al giorno.  

Ora magari non tutti i pescatori pescheranno dalla barca, ma non pensiate che pescare da riva sia gratis.  

Vi elenco un po’ di optional:  

-         un accompagnatore che non pesca paga il 50% del prezzo, solo per guardare;

-         il campeggio senza barca costa 100 euro per 7 giorni;

-         la pasturazione preventiva dello spot e trasporto in loco costa 100 euro;

-         un lettino 25 euro per 7 giorni;

-         una sedia 25 euro per 7 giorni;

-         se avete freddo e volete la bombola del gas sono altri 25 euro;

-         nel caso necessitiate di pescare con le anguille, il loro costa è di 3 euro l’una.  

Senza essere dei gran matematici si capisce che quella cifra di 64000 euro lieviterà notevolmente e a fine stagione un gestore di un campo di pesca sul Po si mette in tasca una cifra che si aggira sui 100 mila euro…esentasse!  

Ho letto recentemente le dichiarazioni di un assessore in cui elogiava il fatto di aver portato il pescaturismo sul fiume Po e tutto ciò era dimostrato dalle oltre 2 mila licenze rilasciate a stranieri dalla sua provincia, ma forse bisognerebbe spiegargli che la maggior parte di queste persone, in mano di regolare hanno solo quella.  

Un “wallercamp” o “karpfencarp” è una attività illegale a tutti gli effetti, a partire dall’aspetto fiscale fino ad arrivare a quello dell’abusivismo con tanto di pontili e vere strutture con piscine sulle rive del Po.(aree demaniali e golenali)

Essi sono vere e proprie strutture di soggiorno costruite sulle rive del Po, alcune addirittura con all’interno: ristorante,bar, piscina e tv con parabola.Una di queste addirittura nel tratto di Rovigo è pure pizzeria-attracco con consegna pizze sul fiume!  

Negli anni ’90 quando il medesimo fenomeno accadde in Spegna sull’Ebro, la cittadina di Mequinenza e il suo sindaco non si fecero “conquistare” dai pescatori provenienti dall’estero attirati dalla notizia della grande quantità di pesce presente in quelle acque, ma impostò un discorso di gestione della risorsa fiume, accogliendo le guide straniere e regolarizzando il flusso e la permanenza di essi sul posto.  

Tutto questo non solo con il pagamento di 2 marche da bollo da 15 euro per pescare “come,dove,quando e quanto” vuoi come succede in Italia, ma creando una rete di controllo fiscale in modo che parte dei guadagni di costoro finissero nelle casse del comune, con il risultato che prima Mequinenza e via via tutti i paesi che avevano la fortuna di essere vicino al fiume Ebro si siano trasformate da posti fatiscenti in ridenti posti di villeggiatura.

Giornalmente a Mequinenza e dintorni pescano 1000 pescatori, e tutto viene registrato, ogni pontile è a norma, ogni struttura, ogni barca è immatricolata, persino le canoe…e sul Po?  

La risposta la conoscete già da soli.  

Pensate cosa potrebbe fare uno dei tanti comuni che si affacciano sul Po se il loro sindaco potesse usufruire di una parte del guadagno di questi campi di pesca, e considerate che alcuni comuni hanno anche 4 “wallercamp” nel loro territorio di competenza, ma il vero problema è che in Italia la pesca nelle acque interne rarissimamente viene vista come una fonte di guadagno perenne, ma come una risorsa da prosciugare al più presto, come se poi il pesce si rigenerasse da un giorno all’altro.  

Ci sono nuove generazioni di pescatori lanciati dal carpfishing e dal catfishing che stanno arrivando sulle sponde del fiume per poterci pescare e magari investire soldi e tempo in qualche progetto per far vivere in modo onesto quello che il fiume può dare, quindi chi ha il “potere” di gestire il fiume che lo faccia senza far finta di non vedere quello che da anni è sotto gli occhi di tutti: lo sciacallaggio delle acque pubbliche.

Michele Valeriani

Presidente Gruppo Siluro Italia