Addio storione?  

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Il progetto "Cobice Life" che mirava a reintrodurre lo storione nel fiume Po è terminato.  

Questa è la notizia di questi giorni mentre scrivo questo articolo ( 9 luglio 2008).

Il motivo?

Sono finiti i soldi.

Scritto così viene quasi da pensare che sia una cosa normale, però è giusto e doveroso ripercorrere questa “trionfale” missione di riportare lo storione nelle “splendide” acque del grande fiume.

Il progetto è iniziato 4 anni fa, con uno stanziamento da parte della comunità europea di 1 milione di euro all’anno per un totale quindi di 4 milioni.

I soldi dovevano servire per comprare degli storioni di taglia 500- 750 grammi , che prima di essere rilasciati nelle acque del Po devono essere muniti di un chip di riconoscimento, in modo che in caso di cattura o di ritrovamento tutti potevano riconoscerli e telefonare ad un numero appositi di telefono per comunicare l’evento.(foto 1-2)

Il discorso non fa una piega, però provo a farvi una domanda: un buon agricoltore sa che prima di seminare bisogna preparare il terreno, renderlo fertile ed accogliente per la nascita e la crescita della vita di ciò che ha seminato, e quindi secondo voi il Po si può considerare un “buon terreno” dove far crescere rigogliose piante delicate?

Le acque del Po sono inquinate e lo sappiamo tutti, ma visto che le disgrazie non vengono mai da sole, a Piacenza negli anni ’60 è stata costruita la diga della centrale idroelettrica di Isola Serafini che a tutt’oggi non ha una scala di monta per i pesci, nonostante i soldi stanziati per la sua realizzazione.

”Per le sue caratteristiche (altezza di circa 10 metri ), la centrale costituisce indiscutibilmente un impedimento totale alla risalita del pesce, ciononostante fu realizzata senza gli accorgimenti previsti dal Testo Unico delle leggi sulla pesca approvato con Regio Decreto n° 1604/,1 che all'art.10 stabilisce: "Nelle concessioni di derivazione d'acqua debbono prescriversi le opere necessarie nell'interesse dell'industria della pesca (scale di monta, piani inclinati, graticci all'imbocco dei canali di presa, ecc.), in base agli elementi tecnici che saranno richiesti al Ministero dell'agricoltura e delle foreste.".
Viene ritenuto particolarmente rilevante l'effetto della centrale sulle specie ittiche migratrici quali lo storione presente con tre specie nel bacino del Po (storione comune, storione cobice, storione ladano).

Tali pesci, migratori anadromi, risalgono dal mare per raggiungere i luoghi di riproduzione posti nel tratto medio superiore del Po e nei tratti inferiori dei maggiori affluenti..

Un'altra specie migratrice, per la quale vengono segnalati effetti negativi, è l'anguilla che negli stadi giovanili risale il fiume Po fino a colonizzare anche i tratti superiori di quasi tutti gli affluenti e i grandi laghi alpini.

Infine si sottolinea come l'isolamento riproduttivo creato dalla centrale fra le popolazioni poste a monte da quelle a valle porterà, inevitabilmente, a lungo termine a pesanti conseguenze di tipo genetico.

La Regione Lombardia e la Regione Emilia Romagna hanno in corso importanti progetti di recupero delle popolazioni di storione nel fiume Po, mediante allevamento di riproduttori ed immissione di novellame prodotto in cattività, il cui risultato è strettamente collegato alla rimozione dell'ostacolo costituito dalla centrale di Isola Serafini. (testo tratto da: allegato alla deliberazione n. 7/94)

Che fine hanno fatto tutti questi storioni?


1) Lo storione è un pesce anadromo (migra tra il mare ed il fiume) e lo si ripopola in un fiume sbarrato dalla centrale di isola Serafini (senza scala di monta) per cui nel tentativo di flusso verso monte MUORE, idem per quelli rilasciati a monte (foto   3 );
2) gli stessi tecnici ARPA sostengono che temperatura e caratteristiche dell'acqua non sono idonee al sua acclimazione, quindi MUORE;
3) La taglia media dei pesci rilasciati è troppo piccola e i predatori come il cormorano, l'aspio,il lucioperca e il siluro ringraziano….di conseguenza: MUORE;
4) le marcature per il monitoraggio su pesci così piccoli (targhette e chip) sono degli invalidanti fisici, per cui.... MUORE; (foto 4)
5) e se nel caso se ne fosse salvato ancora qualcuno, quando arriveranno i bracconieri dell’est (i quali possono pescare legalmente con le reti perché sono autorizzati da alcune province nell’intento di contenimento del pesce siluro), non esistendo a tutt’ora “reti intelligenti” che fanno distinzione…esso MUORE.
 
In Francia fu lanciato un progetto simile che riguardava il recupero delle popolazioni di salmone atlantico anch’esse stangate dalla presenza di due vecchie centrali idroelettriche
 di Ramier e di Bazacle, entrambe poste nel centro della città di Tolosa e le cui caratteristiche non sono molto diverse da quelle di Isola Serafini. Avviato il progetto sugli sbarramenti di dette centrali sono stati allestiti passaggi, cosiddetti a bacini successivi (quello di Bazacle, e addirittura per finalità didattiche e di ricerca è stato dotato di finestre in vetro, che consentono l'osservazione dei pesci in migrazione), in aggiunta a quelli preesistenti, poco efficaci.

I francesi prima di seminare hanno preparato per bene il campo, e noi?  

Vi lascio con alcune foto scattate durante il rilascio di storioni sopra nel tratto di Po piacentino e altre foto fatte poche ore dopo a valle di quel punto…  

 

(foto 5-6-7)  

che sia solo una questione del non avere il “pollice verde”?

Michele Valeriani

Presidente Gruppo Siluro Italia